Ferma restando la necessità di realizzare in qualche modo un presidio igienico sanitario che impedisca che lo sporco venga portato sul bordo vasca e di conseguenza in acqua, il tempo sta sempre più dimostrando che non sempre la modalità più spesso seguita, quella cioè di dotare l’accesso al bordo vasca di un percorso obbligato attraverso una vasca a tracimazione continua, profonda almeno una decina di centimetri, spesso dotato di docce azionate da fotocellula, è quella più adatta allo scopo.
E’ un dato di fatto che agli utenti la vaschetta lavapiedi non piace.Molti sostengono che non piaccia a chi non vuole sottostare alle esigenze di igiene e pulizia, ma spesso sono le persone più attente a questi aspetti a bagnarcisi molto poco volentieri.Senza considerare gli incidenti dovuti a scivolamenti e cadute da parte di chi vuole a tutti i costi evitare di entrarci.
Vanno inoltre considerate alcune situazioni oggettive nelle quali è praticamente impossibile mantenere la vaschetta in efficienza, come nel caso delle piscine ad uso residenziale. Qui le vaschette vengono costruite per ottenere il parere favorevole all’esercizio da parte della ASL, ma restano perennemente vuote, vanificando totalmente lo scopo al quale sono preposte.
Non sarebbe quindi meglio predisporre altri sistemi, a carattere volontario, magari alimentati con acqua calda o tiepida (quella della piscina andrebbe benissimo) che se non altro consentirebbe a chi ha davvero a cuore l’igiene della vasca di salvaguardarlo?
La discussione è aperta. Potete partecipare lasciando un commento su questo articolo oppure mandando una mail a servizi@professioneacqua.it Raccoglieremo i vostri contributi, sperando che siano numerosi, ed inizieremo una campagna affinché le istituzioni di competenza prendano in considerazione la cosa.