La mamma di una bimba di pochi mesi che si era appena iscritta in piscina, andando dal pediatra per farsi fare il certificato di buona salute, si è vista negare l’idoneità pur essendo la bambina in ottima salute. Il pediatra ha addotto come motivazione il fatto che fino ai tre anni non doveva frequentare la piscina per i rischi collegati alla qualità dell’ambiente, che poteva risultare dannoso per il suo apparato respiratorio.
E’ accaduto a Torino, pochi giorni fa.
Si tratta delle prime avvisaglie di una situazione potenzialmente molto pericolosa per le piscine pubbliche che organizzano questo tipo di corsi, anche perchè i suoi effetti si sommano a quelli della crisi economica in atto, che colpisce soprattutto le piscine delle grandi città a forte vocazione industriale.
Stare ad aspettare il peggio non giova a nessuno: per prima cosa è necessario innalzare, in fretta, il livello di conoscenza dei gestori degli impianti. In secondo luogo, altrettanto in fretta, è necessario migliorare l’efficienza degli impianti stessi con apparecchiature nuove e moderne e con una metodologia di gestione più consapevole. Dopodiché è indispensabile avviare un colloquio aperto con il mondo dei medici pediatri, affinchè comprendano gli sforzi fatti e valutino caso per caso le situazioni, perchè non è giusto che paghino anche i gestori virtuosi una situazione che non è stata creata da loro.
Anche noi di Professione Acqua stiamo valutando le mosse da compiere, ma è indispensabile aprire un dibattito sull’argomento, confrontando esperienze e valutazioni. Noi siamo come al solito disponibili a raccogliere i vostri contributi, in modo riservato utilizzando la mail servizi@professioneacqua.it , in modo pubblico lasciando un commento a questo articolo oppure sul nostro FORUM.