Sabbia! Copre vaste estensioni sulla Terra – parti dei deserti del Sahara e del Gobi, le grandi dune della Namibia, molta parte dell’entroterra australiano. Essa consiste dei due elementi più comuni della crosta terrestre: ossigeno e silicio. La troviamo nei terreni di gioco dei bambini e nel mortaio, come parte del folklore delle spiagge ed in concreto, si, nei filtri a sabbia.Cosa abbiamo da imparare su questo materiale così comune?Nella discussione che seguirà tratteremo della composizione chimica e dell’origine della sabbia, dei modelli matematici delle “sfere accatastate”, il flusso dell’acqua attraverso il letto filtrante, la classificazione della sabbia attraverso le caratteristiche esteriori, il suo utilizzo industriale, la specifica per buoni filtri a sabbia ( e quale sabbia non utilizzare), additivi per i filtri, pulizia dei filtri e ripristino della sabbia. Cercheremo di smontare alcuni dei principali miti che ruotano attorno alla sabbia, e vi daremo gli strumenti per riconoscere le chiacchere superficiali e poco accurate dei venditori.
La maggior parte della sabbia nel mondo consiste di cristalli di ossido di silicio (SiO2) – quarzo. In forma pura, il quarzo è incolore e pulito come il vetro – che è costituito in maggior parte di quarzo. Aggiungendo del colore, può diventare una pietra semi-preziosa, come una ametista o una rosa di quarzo. Ci sono altri minerali che possono formare sabbia – le dune della Namibia sono colorate di un bel rosso formato da sottili cristalli di granato – ma la stragrande maggioranza della sabbia è costituita da quarzo. Altri minerali, ossidi e argilla possono aggiungere il colore, come si può vedere in molte zone del Sudest America, dove si possono osservare bellissime distese di sabbia gialla e bianca. Per i nostri scopi presupporremo che la maggior parte della sabbia che troviamo nei letti dei filtri consiste in cristalli di quarzo, sebbene spesso con inevitabili agenti coloranti come ad esempio ossido di ferro.
Sulla superficie della terra esistono principalmente tre tipi di roccia. Inizialmente tutte le rocce erano “ignee”, cioè originate dal magma all’interno della Terra. Dopo l’erosione, che distrusse le formazioni di roccia originarie, sedimenti di prodotti del deterioramento scivolarono negli oceani poco profondi, insieme ai sottili scheletri dei loro abitanti. questi depositi diventarono, insieme ad altri, arenaria, scisto e calcare, e furono chiamate “rocce sedimentarie”. Ogni deposito nella crosta che fu trasformato attraverso il calore e la pressione in rocce diverse viene chiamato “rocce metamorfiche”; alcuni esempi sono il marmo (dal calcare) e lo scisto (dai depositi). La maggior parte delle rocce ignee erano granitiche; il granito di per sé consiste di tre componenti principali: quarzo, feldspato e mica. Il quarzo proveniente da questi graniti è l’origine della maggior parte della sabbia che vediamo oggi.
Fig. 3: modello delle palle di cannone
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Fig. 4: modello di stratificazione verticale
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Usando solamente il teorema di Pitagora e la formula del volume della sfera (4/3·πR3) – in altre parole, matematica di scuola superiore – si può calcolare lo spazio vuoto fra queste due differenti sistemazioni. Quello in figura 4 è semplice. Racchiudiamo la sfera con un cubo, e cerchiamo lo spazio vuoto tra il cubo e la sfera. Se la lunghezza di ogni angolo del cubo è 2xR, il suo volume è (2R)3, o 8R3. Il volume delle sfere racchiuse è 4/3·πR3. La differenza tra i due, comparata con il volume del cubo, da la frazione di spazio vuoto (R3 si annulla reciprocamente): [8 – 4/3·π] : 8 = [1 – π/6] ≈ 0.4764. Ciò significa che in questa sistemazione circa il 48% dello spazio è vuoto; il resto è occupato dalle sfere. Per il modello a palla di cannone, il calcolo è leggermente più difficile. Il risultato per il rapporto di spazio vuoto è: [1 – √2·π/6] ≈ 0.2595, circa il 26%. Arrotondando ancora un po’ i risultati, il metodo di accatastamento meno efficace lascia vuoto quasi la metà dello spazio, mentre il più efficiente riduce questo spazio vuoto a poco più di un quarto dello spazio occupato. Agli appassionati di matematica sembra affascinante che dopo tutti questi calcoli la sola differenza tra i risultati sia la radice quadrata di due. (una nota in più per gli affezionati della matematica: alcuni scienziati della Princeton University hanno dimostrato attraverso modelli creati al computer questi modelli ellittici aventi due assi della stessa larghezza possono essere accatastati ancora più vicini con solo il 23% di spazio vuoto.
4. Abbastanza matematica – Cosa significa per un filtro?
Ricordiamo che la velocità di filtrazione, solitamente espressa in Q/m2, è realmente una velocità. Un veloce riepilogo: la velocità di filtrazione, con le sue unità scritte separatamente, è m3/h x m2, il che equivale a scrivere m/h, che è appunto una misura classica di velocità, chiamata la “velocità di svuotamento del letto”, cioè la velocità con la quale l’acqua scorre, in media, sul bordo libero del filtro sopra il letto di sabbia.
L’Istituto Americano Petrolifero (API) ha pubblicato “Pratiche raccomandate da API per il test di sabbia utilizzata in operazioni di frattura idraulica”. Tale pubblicazione contiene una discussione su alcune applicazioni della sabbia, in specifico sabbia usata nell’estrazione di petrolio. Di nostro interesse ci sono alcune definizioni utilizzate in quel campo di applicazione. L’API RP 56 (prima edizione, marzo 1983) definisce due termini interessanti nel campo della filtrazione a sabbia. La prima è quella di sfericità : La sfericità delle particelle è una misura di quanto I grani di sabbia si avvicinano alla forma di una sfera. L’altra è rotondità, definita come: La rotondità di un grano è una misura della forma relativa agli angoli del granello, o della sua curvatura. Esso quindi dà una indicazione di valori raccomandati per questi parametri, così come le istruzioni su come determinarli.
6. Usi industriali della sabbia
La sabbia estratta da una varietà di siti viene usata in molte applicazioni. A seconda delle sue caratteristiche, alcune sabbie – a seconda della purezza, ma anche della rotondità e della uniformità raggiunte alla fine del processo di lavorazione – sono più adatte per una applicazione particolare piuttosto che sabbie provenienti da altri siti. Di seguito gli usi più importanti per la sabbia lavorata:
- Materia prima per la fabbricazione del vetro;
- Composizione di stampi per la fusione del metallo;
- Test di sabbia utilizzati nelle fratture idrauliche degli impianti petroliferi;
- Filtri a sabbia
7. Specifiche dei filtri a sabbia
- Dimensione media 0.45 – 0.55 mm.
- Coefficiente di uniformità di 1.5 o inferiore (1.3 è ottimo).
- Sub-angolare, o con un coefficiente di rotondità inferiore o uguale e 0.6.
8. Additivi
A seconda del carico trattenuto dalla sabbia, filtri a sabbia ad alto rendimento filtreranno particelle nel range tra 30 e 60 μm (micron). Questo numero sarà al massimo livello dopo un contro lavaggio, e gradualmente declinerà verso la dimensione più piccola mano a mano che il filtro si sporca. Un modo per migliorare il rendimento di un filtro è quello di aggiungere un materiale che aumenti la capacità del filtro di intrappolare I solidi attraverso il flusso che vi scorre. L’alluminio non è una buona scelta; esso viene usato negli impianti di acqua potabile, ma questi operano a regimi di filtrazione molto più lenti, in genere nel range di velocità di filtrazione da 1 a 3 gpm/ft2. un buon additivo è costituito da polialluminio cloruro (PACl). Questo è raccomandato come additivo dell’acqua di piscina in alcuni paesi europei. Il PACl forma dei fiocchi che aiutano la capacità di filtrazione. Le dosi raccomandate sono basse, in genere 0.05 – 0.1 mg/L (ppm). Il PACl può essere aggiunto nella vasca di alimentazione, sebbene l’iniezione nel flusso immediatamente dopo la pompa sia il metodo più comune. Un inconveniente ovvio è la necessità di un più frequente contro lavaggio, poiché l’iniezione di questa sostanza chimica sporca artificialmente il filtro. Ciò è compensato, comunque, dal raggiungimento di una migliore qualità dell’acqua.
9. Pulizia del filtro e ripristino della sabbia
Alcuni cosiddetti esperti di piscine hanno raccomandato il ripristino annuale della sabbia nei filtri ad alto rendimento – sebbene noi non abbiamo mai compreso la necessità di questa operazione. Il nuovo manuale CPO cita la raccomandazione da parte del Centers for Disease Control (CDC) (ndt si tratta del Centro per il Controllo delle Malattie) un ripristino semestrale della sabbia nei filtri delle vasche whirpool (spa) – una raccomandazione negata dal CDC. Esiste anche il mito fluttuante intorno al contro lavaggio, durante il quale la sabbia, sfregando mentre viene sollevata, si arrotonda e “si spoglia”, rendendola meno capace di trattenere le impurità. Questo è puro non-senso, ed ha fatto morir dal ridere i manager degli impianti produttori di sabbia. Pensateci: la sabbia è più dura della maggior parte dell’acciaio ! Pensate davvero che poche centinaia di minuti di contro lavaggio in un anno (solo cinque minuti ogni settimana danno in totale 250 minuti per anno) potrebbero abradere questo pesante e duro materiale? Questo “arrotondarsi” della sabbia è un mito, e merita di godere di una veloce ma silenziosa morte. Nei filtri di tutto il paese c’è sabbia vecchia di vent’anni che funziona benissimo e i parametri chimici dell’acqua vengono mantenuti nei limiti raccomandati.
10. Sabbia – fine della spiegazione
La sabbia, se osservata da vicino, è un materiale affascinante. Esiste attualmente una Società Internazionale di Collezionisti di Sabbia, con membri interessati alla sabbia provenienti da ogni parte del mondo. Alcune delle figure illustrate possono mostrare la bellezza di questo materiale comune. La prossima volta che camminate sulla sabbia, vedete bambini giocare in una sabbiera, vedete malta per i mattoni o vedete le formazioni di roccia quarzifera nel Southwest, ricordate: questa non è la noiosa sporcizia che avete sempre pensato che fosse. La sabbia è tutta intorno a noi; più da vicino la guardate, più affascinante diventa.