Il pH rappresenta un indice della acidità di una soluzione. Dal punto di vista chimico il pH indica l’esponente in base 10 della concentrazione di ioni H+ presenti in una soluzione e quindi la capacità della soluzione stessa di accettare OH- e di neutralizzarli.  In pratica, una soluzione a pH basso è ACIDA, mentre una soluzione a pH alto è BASICA. Il valore di pH viene espresso con un numero puro, senza unità di misura.

 

 Fig. 1 – Il pH

  

Il valore del pH dell’acqua di piscina è un dato molto importante, da monitorare e controllare costantemente. Poiché la spiegazione di questa necessità ha una base scientifica difficile da spiegare in modo semplice ed intuitivo, molto spesso si tende a dare poca importanza al monitoraggio ed alla correzione del valore di pH dell’acqua. In realtà il risultato pratico di un pH troppo alto è quello di buttare letteralmente il cloro che immettiamo in acqua, perché non farà nessun effetto. La ragione è data dal fatto che l’acido ipocloroso, cioè la sostanza disinfettante che viene rilasciata da tutti i prodotti a base di cloro immessi nell’acqua della vasca, non è stabile ma tende a dissociarsi continuamente secondo la reazione:

 

HClO         >      H+ e ClO-

 

La dissociazione dell’acido ipocloroso è fortemente influenzata dal valore di pH dell’acqua, come si evidenzia dal grafico sotto riportato:

 

Fig. 2 – La dissociazione dell’acido ipocloroso

 

 

Per chi si intende di statistica, la curva riportata in figura è di fatto la metà di una curva gaussiana, che determina la probabilità che l’acido ipocloroso si dissoci ad un determinato pH.

Sta di fatto che ad un pH intorno a 6 la dissociazione in pratica non avviene, mentre se sale sopra il valore di 7.5 sicuramente almeno la metà di acido ipocloroso presente nella soluzione si dissocerà.

Poiché per una efficace disinfezione dell’acqua è importante che la molecola resti indissociata e la dissociazione dipende fortemente dal valore del pH, ecco che la necessità di mantenere sotto controllo il pH diventa uno degli aspetti fondamentali del condizionamento chimico della piscina.

Ma quale è il valore corretto di pH da mantenere in piscina?

Secondo la curva che abbiamo appena commentato andrebbe tenuto il più basso possibile compatibilmente con altre considerazioni relative al fatto che un’acqua molto acida diventa aggressiva per i materiali e può essere fastidiosa per i bagnanti. Considerando la curva di dissociazione dell’acido ipocloroso, quindi, il valore di pH corretto da mantenere in piscina è intorno a 7. Se il pH sale fino a 7.8 – 8.0, valore che viene raggiunto anche in una settimana, se non viene corretto introducendo acido in acqua, il cloro che immettiamo in piscina non serve assolutamente a nulla, poiché l’acido ipocloroso è in gran parte dissociato. In pratica, buttiamo soldi e nella vasca si formano le alghe.

I prodotti da utilizzare per abbassare il valore di pH sono per forza di cose prodotti acidi. Ricordiamo che un valore basso di pH corrisponde ad una elevata concentrazione di ioni H+  mentre un valore di pH alto corrisponde ad una concentrazione di ioni H+ bassa. Tutte le sostanze in grado di acidificare una soluzione si dissociano liberando una elevata quantità di ioni H+, riportando il pH basso verso l’equilibrio, che corrisponde al valore di 7.

In pura teoria qualunque sostanza acida innalza il pH, anche l’aceto o la coca cola, ma nell’acqua della nostra piscina è necessario introdurre sostanze che non danneggino materiali e bagnanti.

I prodotti generalmente utilizzati, autorizzati dal Ministero della Salute, per abbassare il pH sono:

–          acido cloridrico

–          acido solforico

–          bisolfato di sodio

 

mentre per innalzarlo è consentito utilizzare:

–          idrossido di sodio in soluzione

–          bicarbonato di sodio

 

In acque contenenti un alto tenore di carbonati, come ad esempio quelle presenti in Toscana, si utilizza anche anidride carbonica per abbassare il valore di pH. Per i prodotti acidi, la principale differenza è lo stato fisico, che è liquido per l’acido cloridrico (comunemente noto come acido muriatico) e solido per il bisolfato di sodio, che non è un acido bensì un sale ed agisce acidificando l’acqua attraverso una dissociazione intermedia, quindi più lenta.

Il bisolfato di sodio, così come accade con il dicloro ed il tricloro per la disinfezione, viene utilizzato soprattutto per la comodità di trasporto e di stoccaggio. Spesso non viene assolutamente considerata la composizione chimica e l’effettiva efficacia del prodotto, che alla fine si traduce in un rapporto qualità-prezzo che va a vantaggio di chi lo vende e non sempre di chi lo acquista.

Il prodotto migliore nell’utilizzo per acqua di piscina è l’acido solforico, ma anche l’acido cloridrico può essere molto utile soprattutto nelle piscine realizzate in cemento armato che rilascino carbonati sulle pareti.

Per innalzare il pH, evento piuttosto raro se non in occasione di un errore tecnico od in presenza di acqua di immissione particolarmente acida, va benissimo la soda caustica, facilmente reperibile anche al supermercato. E’ un prodotto solido, che però va utilizzato con attenzione, poiché il suo effetto è altrettanto pericoloso di quello di un acido.