Pronti per iniziare una nuova stagione sportivo-lavorativa i dipendenti si trovano l’impianto chiuso ed in attesa che inizino i lavori di ristrutturazione, che a quanto sembra dovrebbero partire a marzo 2011. Una lettera che da spunti di riflessione su quello che è il lavorare in una piscina e sull’erogazione dei servizi alla collettività da parte delle amministrazioni pubbliche.
Al presidente della Provincia, ai direttori dei quotidiani La Nazione ed Il Tirreno
Egregio Presidente,
a scriverLe è tutto il gruppo di istruttori e personale di servizio che per anni si è occupato della piscina Gianluca Signorini sita nel complesso Marchesi. Per anni abbiamo svolto la nostra attività con passione e dedizione insegnando a bambini, ragazzi e adulti; tutti, seppur con enti diversi, accomunati dall’interesse e dalla passione per l’attività natatoria.
Negli anni passati, in questo periodo, eravamo in fibrillazione; pronti a ricominciare una nuova stagione sportiva. Ora, invece, tutto tace.
Finora, con pazienza, abbiamo atteso uno sviluppo della situazione ma a quanto pare tale silenzio rimarrà ancora; almeno fintanto che qualcuno vorrà romperlo e capire come stiano realmente le cose.
Ci facciamo carico, non solo dei nostri dubbi, ma anche di quello di centinaia di persone che continuano a chiedersi il perché di tale situazione. Perché chiudere una piscina, in una città, il cui bacino di utenza non può essere soddisfatto dalla sola piscina comunale e da quelle limitrofe. Il disagio provocato dalla chiusura dell’impianto sopracitato non solo porterà all’abbandono di uno sport sempre propagandato e per il quale si fa sempre troppo poco, ma inevitabilmente, si ripercuoterà anche nel sociale.
Pertanto, con la presente, vorremmo che Lei ci chiarisse alcuni punti che a noi risultano molto oscuri.
- il cronoprogramma, l’inizio vero e la durata degli interventi ed il perché non si possa utilizzare la piscina visto che si paventa un inizio dei lavori a marzo 2011 quasi con un anno di ritardo (comunque la piscina chiudeva- di norma- a maggio);
- come committente dei lavori se sia possibile, visto l’impatto e le ripercussioni di tale chiusura per tante persone, predisporre vie alternative di accesso alla struttura, dai diversi ingressi presenti;
- se la Provincia, istituzionalmente impegnata nella formazione e nelle problematiche del lavoro, sia sensibile, e in quali forme se ne faccia carico, al disagio economico del personale, che per alcuni non è cosa da sottovalutare, e al rischio di disperdere le professionalità del personale stesso;
- se la Provincia di Pisa, sul tema del sociale, dello sport, dei giovani, della disabilità, ritiene davvero sufficiente, rispettoso ed esaustivo liquidare la faccenda con “…ma i necessari sacrifici saranno ricompensati dal rinnovo e dal miglioramento degli spazi e della sicurezza.” (Tirreno, 7-9-10). Tanto per informazione, alcuni disabili, quelli che deambulano, andranno nella piscina piccola di via A. Pisano, mentre per quelli che non deambulano, in pratica quelli sulla sedie a rotelle, per loro non c’è alcun impianto che possa ospitarli e quindi rimarranno a casa. Giusta giustizia.
Egregio Presidente, noi tutti indistintamente uniti, al di là dell’appartenenza ad Enti differenti, e l’utenza, ci auguriamo che alla presente segua una sincera risposta per far luce sulle questioni sollevate affinché le problematica del sociale, nelle sue diverse sfaccettature, sia ancora una priorità del buon amministratore e non solo lo slogan politico.
leggi l’articolo in versione originale alla pagina http://blog.libero.it/aiutiamopisa/9389732.html