Da qualche mese frequento un corso di nuoto per casalinghe, disoccupati e reietti della società in genere. Con soli venti euro al mese ho la possibilità di rimettere in sesto il mio corpo che aveva ormai rimosso la confortante sensazione di avere dei muscoli efficienti: muscoli che tengono su le ossa e fasciano le parti molli. Così adesso, quando faccio uno starnuto, non ho più la sensazione che le viscere mi schizzino fuori, restano lì, dentro il rassicurante contenitore degli addominali.
Un altro indubbio vantaggio del corso di nuoto per pensionati e disperati è che mi dà la possibilità di osservare da vicino il meraviglioso mondo delle casalinghe. Sì, perché nel mio turno sono tutte casalinghe sulla cinquantina (quando va bene) che vengono in piscina per sbanire1, anche se il motivo ufficiale è ritrovare la linea prima dell’estate. Così, fatte le prime vasche tanto per quietarsi la coscienza, le sportive si ritrovano tutte in una corsia, si appendono ad un salsicciotto e passano il resto della lezione a parlottare galleggiando mollemente e spostandosi (col minor sforzo possibile) tutte assieme come paperelle in uno stagno.
Quando non c’è nulla di sensazionale da raccontare – come la storia del negoziante truffaldino che vende i lacci delle scarpe a 5 euro anziché 4.50, o i regali ricevuti da una delle loro figlie per la comunione (argomenti che possono impegnarle per una quantità di tempo inimmaginabile) – i discorsi delle casalinghe seguono una scaletta ben determinata. All’inizio si parla di capi d’abbigliamento, e c’è tanto da dire: come e dove si comprano, quando e perché si indossano, qual è il modo migliore per lavarli e stirarli. Insomma ci vorrebbero giorni per esaurire un argomento simile, se non fosse che il calo di zuccheri nel sangue costringe le nuotatrici a cambiare drasticamente oggetto di conversazione.
Si passa così al cibo. Le più in carne sono quelle che si buttano con maggior lena in tali discorsi, esibendo le loro migliori ricette come se si trattasse di formule magiche, capaci di regalare momenti di eterna felicità: pollo con le patate, cotolette, parmigiana, pasta coi ceci; le casalinghe si scambiano avidamente segreti e trucchetti e così arriva la fine della lezione.
Escono tutte in fila dall’acqua e, senza prendere fiato un momento, continuano a cicalare per tutto il tempo della doccia e poi ancora negli spogliatoi, senza pietà.
E quando la maggior parte di loro è corsa via a preparare il pranzo ai mariti, rimangono le più placide che si dilungano in discorsi placidi:
“Io la mattina mangio un biscotto….” piede dentro il collant.
“Già…io prendo il caffè e una fetta biscottata.” testa dentro il maglione.
“No perché, va bene la dieta ma senza mangiare nulla la mattina poi sto male.”
“Sì, io mangio una fetta biscottata col miele e sono apposto.”
“No io un biscotto, sai i tarallucci.”
E così all’infinito.
Io invidio le casalinghe del mio corso perché sono serene: hanno espressioni serafiche, sguardi imperturbabili. Arroccate nel loro micro-mondo dove tutto ha un senso e ogni domanda una risposta, non sono mai assalite dal dubbio che forse la vita non è tutta lì, né dall’inquietante sensazione che il loro universo zuccherino possa sciogliersi da un momento all’altro.
Io invece, nel mio mini-mondo vacillante, posso solo affidarmi a supporti instabili, che mi regalano pochi secondi di illusoria felicità.
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